Un viaggio in India riserva ai suoi Visitatori mille scoperte: si tratti di interessi naturalistico-paesaggistici, religiosi, Storico-Culturali, sociali e quant´altro … si riuscirà a rimanerne sempre affascinati!
”Un essere umano è parte di un intero chiamato Universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una specie di prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione attraverso l’allargamento del nostro circolo di conoscenza e di comprensione, sino a includere tutte le creature viventi e l’interezza della natura nella sua bellezza.”
- Albert Einstein -
La città di Sarnath, precedentemente conosciuta come Mrigadava, "Parco dei Cervi" e Isipatana, cioè „il luogo degli uomini santi scesi sulla terra“, si trova a 10 km da Varanasi: il posto ospita monasteri delle più importanti scuole buddhiste - di matrice Theravada, Mahayana e Vajrayana - ed in alcuni casi è possibile pernottarvi assistendo alle suggestive celebrazioni.
Il Buddhismo fiorì a Sarnath grazie alla sua posizione rispetto alla vicina città di Varanasi ove risiedevano i ricchi mercanti che ne supportavano le arti e gli artisti e che raggiunse il suo apice durante il periodo Gupta.
Da non dimenticare che Sarnath è uno dei quattro siti più sacri al mondo per i pellegrini buddhisti dopo Lumbini (la nascita), Bodh Gaya (illuminazione) e Kushinagar (morte): questa piccola città è il luogo in cui Buddha, dopo aver raggiunto l'Illuminazione a Bodh Gaya, predicò il suo primo sermone insegnando le „Quattro Nobili Verità“ ai suoi cinque vecchi compagni e mettendo così in moto la Ruota della Legge.
Come per molti degli avvenimenti storici in Asia, i racconti locali si mescolano con la Storia e così la leggenda ci racconta che il Buddha, in una delle sue prime apparizioni, avesse le sembianze di un cervo.
Durante una battuta di caccia il re di Kashi catturò una cerbiatta ed il Capo Branco dei Cervi/Buddha si consegnò per riscattarla impressionando così tanto il re per il gesto nobile, che il re medesimo da quel giorno, vietò la caccia ai cervi creando una sorta di riserva protetta per questi preziosi animali proprio a Sarnatah...il „Parco dei Cervi“.
Per un Viaggiatore Sarnath è sicuramente un luogo molto piacevole a cui fare visita poiché la maggior parte dei suoi templi e monumenti è immersa in splendidi giardini.
Fra le cose da non perdere nel visitare questa città una particolare attenzione meritano le splendide Stupe di Chaukhandi, di Dharmarajika e di Dhamekh, la Colonna di A?oka, il Mulaghandakuti Vihara e lo scrigno rappresentato Museo archeologico di Sarnath.
Il Mulaghandakuti Vihara - Le rovine fatiscenti del Mulagandhakuti Vihara si possono ancora trovare nel luogo dove il Buddha trascorse la sua prima stagione delle piogge in meditazione: qui una statua a grandezza naturale di Buddha lo rappresenta mentre fa girare la ruota della legge, mentre poco più a est si trova il moderno Mulagandhakuti Vihara (1931) con i suoi bellissimi affreschi sulla vita del Buddha e una grande campana … dietro di esso si trova il parco dei cervi.
La Chaukhandi Stupa - Risale al periodo Gupta e commemora il luogo dove Buddha reincontró i suoi primi discepoli
La Dharmarajika Stupa - Costruita intorno al 200 a. C. ad oggi ne rimane ne rimane solo il basamento mentre il prezioso reliquiario ivi custodito, viene esibito a maggio durante la festa del Buddha Purnima.
La Colonna di Asoka - Sopravvissuta alla invasione turca ma quasi parzialmente distrutta durante gli scavi archeologici, riporta iscritto sulla sua base (ancora in loco) un editto dell'imperatore mentre il famoso capitello dei quattro leoni (conservato nel museo archeologico) attuale simbolo dell'India.
La Dhamekh Stupa, risalente al periodo Gupta (IV-VI secolo) è una torre alta 35 metri, di 15 metri di diametro posta sul luogo dell'esposizione del Dhammacakkappavattana Sutta, il primo sutra del Buddha ai cinque asceti.
Nella sua forma attuale, la stupa è un cilindro pieno di mattoni e pietra, che raggiunge un'altezza di 43,6 metri e con un diametro di 28 metri. Il piano interrato ha il rivestimento in pietra cesellato con delicate sculture floreali di epoca Gupta mentre la parete è ricoperta da figure squisitamente scolpite di esseri umani, uccelli e iscrizioni in scrittura Brahmi.
Il Museo Archeologico Sarnath. Il museo ospita anche alcuni dei più grandi tesori dell'arte buddista indiana, tra cui quasi 300 immagini di Buddha, vari manufatti e manoscritti legati al buddismo risalenti al periodo compreso fra il 3 ° secolo a. C. e il 12 secolo d. C.. Questo Museo é gestito dalla Società Archeologica dell'India ed é noto per ospitare anche la famosa „Lion Capital di Ashoka“, adottata come emblema nazionale dell´India dal 1950.
Il capitello ha per base un fiore di loto, simbolo del buddismo, al di sopra del quale si trova un tamburo su cui sono scolpiti quattro animali che rappresentano i quattro punti cardinali che si susseguono senza fine per girare la ruota dell'esistenza.
I Quattro Leoni ( la figura del leone qui rappresenta Buddha, ma è anche un simbolo di regalità e di leadership) con le le fauci aperte in cima al tamburo diffondono le Quattro Nobili Verità su tutta la terra: questi leoni echeggiano il "Ruggito del Leone" ...la vera ed indomita India!
Il Tempio Giainista di Sri Digamber. Questo tempio, ubicato nelle vicinanze della Dhamekh Stupa è un magnifico da non perdere visitando Sarnath, uno splendido esempio dell´affascinante architettura giainista.
La cosa che mi ha colpito di più in India, come penso capiti a qualsiasi Viaggiatore o al turista appena arrivato, è la Gente: questa moltitudine di persone ed animali che si incontrano e scontrano dappertutto: insomma é proprio vero affermare “Incredibile India!”
In tutti i Viaggi in India ci sarà sempre una leggenda, un sari multicolor, un tempio induista o di altra religione, un forte, un turbante, un carretto di bufali, una vacca magrissima, un gregge di caprette belanti con il loro pastore, un cammello che si scansa per far passare un elefante. Ci sarà sempre gente che si inventa ogni giorno un lavoro “impossibile” con “ferri del mestiere” altrettanto improbabili, che pare quasi di andare al cinema: ogni faccia, oggetto, colore che vedi è uno spettacolo che merita di soffermarsi per essere ammirato e raccontato senza mai stancarsi!