Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. E’ sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato.

Innamorati, non si sente ragione; non si ha paura di nulla; si è disposti a tutto. Innamorati, ci si sente inebriati di libertà; si ha l’impressione di poter abbracciare il mondo intero e ci pare che l’intero mondo ci abbracci. L’India, a meno di odiarla al primo impatto, induce presto questa esaltazione: fa sentire ognuno parte del creato. In India non ci si sente mai soli, mai completamente separati dal resto. E qui sta il suo fascino”.

- Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra.

“Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso.”
(Proverbio indiano)

India….un viaggio in un continente caleidoscopico, immenso, vario … Il Rajasthan: il simbolo di quel magico sogno orientale da “Mille e una Notte” che tante persone ha portato e porterà in India… Udaipur: la città bianca dell’India per il candore dei suoi palazzi in stile Rajput, la piccola Venezia, ma anche la città più romantica dell’ immenso subcontinente asiatico per i suoi laghi e i magnifici palazzi  dal fascino davvero regale.

… Due citazioni per un Viaggio che ti entra nell’anima nella Incredibile terra dei Maharajah!

Sognando il Rajasthan, la mente galoppa tra Storia e leggende sino alle carovane dei mercanti in viaggio dall’Europa e dal Medio Oriente verso la Cina, corre alla Cultura dell’antica “Rajputana” patria dei Rajput, i figli dei re discendenti della grande casta della stirpe guerriera Kshatriya … corre alla Storia e alla Cultura dei mitici Maharaja e delle loro Maharani, dei ricchi “ Grandi Re” e governanti dell'India che hanno avuto un grande ruolo all’interno della situazione sociale e storica dell’India sino all’epoca coloniale.

Una terra splendida dove il tempo ha la grande prerogativa di scorrere lento al calore del sole, fra odori di spezie e il caos nelle strade, fra tribù e genti che hanno la “capacità di essere in molte e differenti maniere” (def. da tehelka.com), diversificandosi per i differenti costumi, i gioielli, la religione, le forme dell’artigianato, musiche, danze, tradizioni…

Questa è l'India che ho incontrato nei miei primi Viaggi in questo Paese... nella magia del Rajasthan che mi ha letteralmente stregata con mille emozioni, con l’esplosione dei suoi mille colori e le mille contraddizioni di una folla povera ma sempre variopinta, del contatto con la gente attraverso i gesti, i sorrisi, le parole e gli occhi di tanti bambini  … quegli occhioni neri, magnetici, brillanti e curiosi, attenti e intelligenti nello stesso tempo!

Questo è il Rajasthan dei templi di ogni dimensione e delle cerimonie appartenenti alle diverse fedi religiose, l’India dei festival e delle donne dagli abiti coloratissimi e dai gioielli raffinati che Bollywood ha preso come riferimento nei suoi film, delle sue città con palazzi come merletti, l’India del deserto del Thar con i suoi cammelli e quella verdeggiante del monsone con i suoi elefanti!

In questa regione sono parecchie le città di grande fascino che meritano di essere visitate: citando Bikaner, Jaipur, Jaisalmer, Udaipur, Jodhpur, Pushkar, Agra verrà alla mente la bellezza seducente che trasuda dell’architettura e dalle decorazioni di Palazzi, Forti, Monumenti, Templi, giardini …

Per comprendere il Rajasthan però, occorre viverlo in prima persona!

E allora partiamo per il Rajasthan iniziando dalla “città Bianca”, la "Venezia d'Oriente", il "Kashmir del Rajasthan" … una città circondata da lussureggianti colline che contornano laghi azzurri, una miscela di emozioni ed esperienze e insieme un’ispirazione per poeti, pittori e scrittori: siamo a Udaipur!
Il bazar e il mercato locale sono sempre dei punti di riferimento nell’approcciare a una nuova città, mentre al tramonto splendido fare un giro in barca sullo scenografico Lago Pichola in mezzo al quale brillano come gioielli quattro isolette, una delle quali, la Jag Niwas, ospita il celebre “Lake Palace Hotel”, un vero fiore di loto bianco che galleggia sul lago.

Nel Lago Pichola si specchia anche l'imponente City Palace, un grandioso complesso di una decina di palazzi di marmo e granito, uno più sfarzoso dell'altro, costruiti nell'arco di quattro secoli a partire dalla fondazione di Udaipur nel 1568, mentre nelle vicinanze sono concentrati i principali monumenti da visitare come lo Jag Mandir, il Tempio Jagdish, il Monsoon Palace e il tempio Neemach.

 

Dall'alto di una collina, domina la città, il Monsoon Palace, il posto migliore per osservare le nuvole dei monsoni, una fusione di architetture del Rajasthan e Moghul, dal quale si ammira il panorama della sottostante città.

 

A Udaipur da non mancare poi:

Il Bagore Ki Haveli dove ogni sera in si svolge uno spettacolo di danza tradizionale indiana;

Il Museo di Ahar vanta una profusione di cenotafi regali dei governanti di Mewar, costituiti da vasi di terracotta, oggetti in ferro e non solo.

Il tempio Jagdish: Si tratta di un imponente tempio indù bianco, con le architetture intricate e sculture, un vero e proprio punto di riferimento imperdibile nell'area di Lal Ghat vicino all'ingresso City Palace. E 'stato costruito da Maharajah Jagat Singh nel 1961 e ospita una pietra nera del signore Jagannath (un'incarnazione di Vishnu).

Questi sono solo dei piccoli "Spunti di Viaggio" in un Paese immenso che mi ha saputo donare mille emozioni, con i suoi mille colori, con le sue mille sfaccettature dove l'apparente caos diventa armonia!
... Namaste India... e il nostro Viaggio continua!!

By Mimma ...

 

 

 Da ricordare:

“L’importante non è vedere l’India come è, dal punto di vista degli
europei o degli indiani – che poi sarebbe un’ambizione assurda.
Bisogna vedere l’India con lo stesso partito preso con cui Corneille
e Barrès hanno visto la Spagna. Ed è considerando l’India come un
paese immaginario che ci si avvicina di più alla realtà. Non vogliamo
considerarla diversamente.”


Jean Grenier- L’Inde imaginaire – 1932